PALERMO – La Sicilia riapre gradualmente ma i corsi di formazione degli aspiranti operatori socio sanitari, potenziali aiuti preziosi al tempo del Covid, sono ancora bloccati dalle misure anti-contagio. Così, dopo la denuncia di allievi ed enti di formazione, la Federazione italiana operatori socio sanitari avanza alla Regione proposte concrete per concludere il percorso in sicurezza. La Fioss nasce in Sicilia nel 2013 e rappresenta a livello nazionale e gratuito più di cinquemila fra Oss, Osa (operatori socio-assistenziali) e altre professionalità affini; quando i malumori per il blocco si sono fatti sempre più concreti, arrivando anche in regioni come Lombardia, Veneto e Lazio, l’organo ha deciso di agire e dare una voce unitaria alla protesta.
La Fioss inoltre propone che tutte le ore di teoria vengano svolte sfruttando le modalità della formazione a distanza (Fad), “e che lo svolgimento degli esami finali possa avvenire con un numero limitato di persone in ambienti in cui sia possibile rispettare il giusto distanziamento, al fine di preservare la salute pubblica”. Uno degli ostacoli che si presentano ai corsisti è infatti l’impossibilità di svolgere la parte pratica della prova finale, da svolgere in presenza. Scoglio che secondo la federazione è possibile arginare, come già evidenziato anche dal sindacato Fials quando i corsisti in difficoltà hanno sollevato il caso su Live Sicilia.
La federazione sottolinea un aspetto che rischia di diventare cruciale, soprattutto se l’emergenza coronavirus non venisse scongiurata in tempi brevi: “Molti corsisti Osa – titolo che in Sicilia si può considerare ‘propedeutico’ – rischiano di non poter essere più riqualificati in Oss per via della scadenza naturale dell’attuale decreto” che disciplina i corsi di riqualificazione, attualmente fissata al 31 dicembre. Da qui l’invito “a una eventuale proroga dello stesso decreto, o in alternativa all’attivazione dei corsi di 1.000 ore prevedendo la possibilità di accesso a chi è già in possesso della qualifica di Osa”. Dalla Fioss concludono facendo presente che “viste le numerose segnalazioni era necessario e doveroso prendere una posizione a favore dei corsisti, coi quali ci sentiamo una cosa sola e che possono contare totalmente sul nostro supporto”.